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Trento, 12 febbraio 2019
INCONTRO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE
CON IL QUESTORE PER  IL PORTO D’ARMI DEI CACCIATORI CONDANNATI:
NON UN SEMPLICE INTERESSAMENTO
MA UNA PESANTE INGERENZA  ISTITUZIONALE

Interrogazione a risposta scritta
presentata da Lucia Coppola consigliera provinciale FUTURA2018

La normativa riguardante la licenza per il porto d'armi ad uso venatorio è stata al centro di un incontro tra il presidente del Consiglio regionale, Roberto Paccher, il questore di Trento, Giuseppe Garramone, e il consigliere provinciale della Lega Ivano Job.

In passato la legge prevedeva che, anche in seguito a ravvedimento e riabilitazione, non si potesse più rilasciare o rinnovare il porto d’armi ad uso caccia a chi fosse stato  condannato ad una pena detentiva per i delitti non colposi.

Attualmente a seguito di una iniziativa parlamentare di Patt e SVP dello scorso settembre è dato alla discrezione del Questore il potere di concedere ai condannati  il porto d’armi, dopo una valutazione di ogni singola situazione personale del richiedente.

Le associazioni ambientaliste (WWF Trentino, Lac, Lipu) hanno espresso le proprie perplessità in merito all’opportunità politica di tale incontro.

Sorprende che una delle prime iniziative del Presidente del Consiglio regionale sia a favore di una frangia limitata di cacciatori condannati e non per qualche altra questione di rilevante importanza politica e sociale.

Sorprende inoltre che della questione si sia occupato il Presidente del Consiglio regionale che in tale veste non ha nessuna competenza a riguardo  mentre, se ritenuta cosa opportuna si sarebbe dovuto attivare l’assessore provinciale competente.

Non si può inoltre non rilevare, in questo contesto, che si siano in qualche modo esercitate pressioni sul Questore, il quale dovrebbe decidere in modo totalmente autonomo.  Manca altresì alla questione qualsiasi carattere di interesse pubblico, essendo un favore che si chiede per un certo numero di cacciatori che sono stati condannati a una pena detentiva per delitti non colposi.

Tutto ciò premesso,

si interroga il Presidente della Provincia per sapere:

— se non  ritenga del tutto inopportuno che  il Presidente del Consiglio regionale si auto attribuisca funzioni che lo Statuto di Autonomia attribuisce alla Provincia di Trento;

— se non ritenga sbagliato che il Presidente del Consiglio regionale si faccia portavoce di favori nei confronti di una piccola frangia di cacciatori condannati, oltretutto facendo oggettivamente pressione sul Questore, che in materia ha assoluta autonomia gestionale.

 

      Lucia Coppola

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